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Intervistare Maurizio Ferrari oggi è un po  come inseguire un maratoneta in fuga verso il traguardo. Non è una metafora a caso, conosciamo tutti la sua passione per la corsa, e concordiamo tutti che questo è un momento d’oro per Galileo Engineering e la sua Slot.it.

Conosciamo bene il dinamismo di questa società, i suoi prodotti nel mondo slot non necessitano di nessuna presentazione e non possiamo che  confermare il  buon andamento del  marchio sia nel mercato, dove slot.it  si conferma sia leader worldwide e standard di fatto nelle adozioni da parte di molti produttori della sua  meccanica,  sia  nelle  manifestazioni nazionali dove  ha saputo grazie alle contingenze e all’abilità, consolidare una  posizione di  leadership difficilmente contestabile.

Infine per concludere, le  relazioni internazionali  di Galileo Engineering con un grande  player come Scalextric e il suo pionierismo nell’adozione della stampa 3D, e del digitale, fanno  della società di Ferrari sicuramente una dei centri di ricerca e sviluppo dello slottismo italiano.

Detto questo, i due  Maurizi (Maurizio Ferrari e  Maurizio Gibertoni) non sono  capitani di  ventura, anzi non hanno perso la loro  genuina scorza  di  ingegneri, operativi e  concreti e  nel  loro procedere vediamo la  prudenza del  muoversi  in  una situazione di mercato ancora  difficile.

Intuizione, invenzione e prudenza:  sembra il sottotitolo della manifattura italiana, e anche in questo caso, lo spirito imprenditoriale non si smentisce. Ma sentiamo le sue  parole, e ricordatevi di  aggiungerci mentalmente, un accento  emilano…

Si parla e si parlerà moltissimo della  tua  joint  venture con Hornby/Scalextric, ma  in effetti i tuoi rapporti con la casa inglese  non sono recenti… Raccontaci  del rapporto che hai  con  loro, e da quanto tempo.

Abbiamo un rapporto di collaborazione che incomincia dal momento in cui Hornby USA, rilevando ADATR (A Day At The Races), la precedente società che distribuiva Slot.it in Nord America, ha incominciato a vendere anche i nostri prodotti. In seguito, abbiamo usufruito di tecnologia Hornby per i chip SSD, potendo così realizzare chip per il sistema digitale Scalextric ma adatti, come forma, ai nostri modelli, e da lì siamo partiti per il nostro sistema digitale oXigen, che si basa sullo stesso protocollo di comunicazione fra modello e elettronica di cambio corsia.

Curiosamente, da anni, alla fiera di Norimberga,  il nostro stand è o dirimpetto, o adiacente a quello di Hornby. Conoscevo assai bene il management che era a capo di Hornby fino al 2013, ed evidentemente ce ne eravamo meritati la fiducia, cosa che poi, nel momento in cui Hornby ha deciso di tornare nel mondo ‘racing’, li ha convinti ad affidarci il progetto.

Va detto che Hornby è un costruttore che fa parte di un gruppo quotato in borsa, con fatturato di decine di milioni di EU, e che Scalextric è uno dei marchi commerciali più noti, in assoluto, del Regno Unito. Hoover, BBC, Scalextric sono ‘household names’ per il consumatore inglese. Noi siamo una specie di ‘boutique factory’ che mira ad un mercato molto specifico. Abbiamo sempre cercato di essere aperti e cooperativi, e questo sforzo è stato apprezzato. E non è finita qui…

Quali sono  le convinzioni che  condividete con Hornby/Scalextric sul  mercato  attuale e sul  futuro dello slotcar racing?

Non posso parlare per Scalextric, ma credo che i nuovi sistemi con interfaccia Bluetooth verso Android/iOs, quali Scalextric Arc One / Air / Pro, colmino una lacuna vistosa (spesso mi sono domandato perché il pezzo contagiri, quello meccanico con le rotelle che facevano click-clickity-click al passaggio della macchinina, fondamentale per capire chi stesse vincendo la gara, fosse misteriosamente scomparso dalle confezioni. Chi non ha mai fatto una ‘100’ giri alzi la mano!) ed aprano nuove possibilità:  se le console di gioco hanno sottratto negli ultimi anni spazio ai giochi tradizionali, l’elettronica applicata in modo intelligente alla ‘pista elettrica’ fa evolvere questo mondo. La fisicità delle macchinine non può essere replicata su uno schermo, ma in futuro le piste potrebbero essere presenti al CES di Las Vegas, non solo ai saloni del giocattolo.

Convergenza digitale. Il futuro dello slotcar racing si  gioca sopratutto su questo piano. Gli standard sono  molto sentiti come problema, qualè la tua  opinione a riguardo?

La mancanza di uno standard digitale home è stato certamente un limite per lo sviluppo del mercato, ma l’unificazione non accadrà. Peccato. Credo che alla fine di sistemi ‘home’ rimarranno solo due campioni, ma alla fine non si avrà convergenza. Per i sistemi high end invece lo standard c’è già, e indiscutibilmente si chiama oXigen. Vale la pena notare che una macchina con chip oXigen può funzionare bene anche su piste dotate di sistema SSD Scalextric e D132 Carrera.

il  futuro delle piste. Da strisce di  plastica a  piattaforma di  gioco. Sei d’accordo  con questa visione? Cosa ne pensi di Carrera  e del suo sofisticato  insieme di  tecnologie digitali e pista?

Ho visto realizzare cose veramente interessanti con oXigen associato a PC Lap Counter. Vere simulazioni di gara in cui il software di gestione crea un modello virtuale di gara in cui le uscite di strada vengono sanzionate con drive through automatici, ed i consumi vengono gestiti in modo realistico. Una ‘full immersion’ in un bel mix fra mondo virtuale del PC e fisico delle macchine per pista elettrica, adatto, come dicevo, ad un ‘Consumer Electronics Show’ a Las Vegas più che alla Fiera del giocattolo di Norimberga. Confesso che i nostri clienti ci stupiscono con realizzazioni alle quali non avevamo pensato. Scalextric si sta muovendo molto bene in questa direzione con una bella interfaccia verso tablet e cellulari a partire, punto assai importante, dalle piste analogiche.

Rispondendo alla seconda parte della domanda, ci vedo un problema di fondo: resto convinto che si debba partire dall’espansione dell’analogico 1:32, e non dal digitale, per proporre le piste elettriche al cliente che si voglia avvicinare a questo mondo: il digitale, comunque, ha un costo di ingresso molto elevato e ritengo che sia un grave errore quello di puntare esclusivamente su quest’ultimo per creare, come dici tu, la ‘piattaforma di gioco’. Se l’alternativa diventa ‘analogico: pista in scala 1:43 con prestazioni e qualità inferiori, a basso prezzo – digitale: pista 1:32 con prezzo di ingresso 300EU’, nel medio termine i risultati non potranno che essere negativi per tutto il mondo 1:32.

Avete dal 2014 iniziato una nuova linea di  prodotti Aftermarket in stampa 3d (  i telai  per le DTM Carrera, ndt) attraverso una  piattaforma  web ondemand, Shapeways. Qual’è il  bilancio della  vostra esperienza ?

Estremamente positivo. Come quasi sempre è accaduto, subito dopo si sono accodati altri fabbricanti, ma era inevitabile. Come al Giro d’Italia, c’è chi parte per primo e va in testa e chi insegue. Mantenere la leadership è difficile.

La  vostra relazione con Hornby/Scalextric potenzierà l’offerta di  prodotti aftermarket?

Sì, senza dubbio. Tutte le nuove macchine Scalextric avranno disponibile il telaio ‘Pro Chassis’ come parte di ricambio, e stiamo realizzando anche nuovi telai 3D per alcuni modelli Hornby già usciti per i quali la casa inglese non produrrà i telai ‘Slot.it compatibili’. Per questi ultimi verranno resi disponibili anche abitacoli in Lexan e, per i modelli Rally, tutto quello che serve per convertirli alla tecnologia 4WD Slot.it

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