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Incontro Marco Ballardini  circa  due settimane fa, in  una  dele prime giornate piovose di questo autunno.
Ci stavamo  inseguendo da questa estate, rincorrendo un momento libero per fissare l’incontro, che per quanto vicini siamo, Lui a Lodi io a Milano, pareva impossibile. Marco e la MB Slot sono uno dei  marchi che fanno l’eccellenza dello slot italiano e oggi nel momento in cui  c’è un rinnovato interesse nelle piste in legno, l’incontro con Ballardini era  più che necessario, indispensabile per capire dalla sua esperienza  quello che  ci  prospetta il futuro.

come nasce questo tuo interesse di lavoro e passione, messi assieme?

Nel 1998 nasce mio il mio primo figlio, nel 2000 il secondo.. non vai più in giro… in internet cercavo informazioni su macchine radio comandate… e ho scoperto che esistevano ancora le slot e le piste.
C’erano i primi negozi online, ho chiesto informazioni e a Genova da Bona, acquistai una pista prima piccola e poi più grande realizzando la mia prima quattro corsie da 50 metri e ho iniziato a giocare.
Poi frequentando i vari club, prima di tutto Soragna quando c’era ancora il vecchio impianto, correndo li… mi dicevo: “come sarebbe bello se ci fosse…” E da li mi sono detto, “basta farlo”.
Le prime cose che ho realizzato sono state le trecce, poi i cuscinetti con la doppia flangia, i cerchi in alluminio, e da li tutto il resto…

Dunque la tua è una formazione slottistica è recente…

assolutamente si, da bambino avevo una pista Fleishmann… diciamo che ho ricominciato nel 2000 a giocare e nel 2002 i primi prodotti.
… E ti sei concentrato sulle piste.

No, ho 300 articoli slot in catalogo. La pista è una cosa di due anni fa, perchè le piste in legno esistevano ma la lega diffusione era impossibile per tempi e costi di realizzazione.
Sul legno si giocava con il metallo ( slot con telai metallici, diverse da quelle plastiche che non vanno sulle piste modulari in plastica n.d.r.) produzione artigianale con utensili a mano con costi e tempi assurdi.
Io invece ho “industrializzato” la costruzione di piste in legno per ridurre i tempi e i costi.
… Ma i costi?

Se uno compra una pista Ninco o Carrera, compra il tavolo la monta con l’impianto elettrico e tutto, alla fine spende tanto quanto una pista in legno, in più con le piste MB SLOT in legno hai qualità infinitamente superiore.
Se valuti la qualità, una pista in legno ti dura vent’anni e oltre, una in plastica dopo quattro la devi cambiare, oppure accetti come si è ridotta.
I costi delle artigianali erano altissimi e un costruttre ne realizzava 3 o 4 all’anno… io ne posso fare quattro o cinque al mese.
Dunque è pensabile anche un mercato consumer per le piste in legno.

Ora… se uno deve comprare una pista e farla in casa senza uno spazio per usarla, vuol dire che la monta occasionalmente e la smonta. In questo caso è meglio una pista in plastica, Se invece ha modo di lasciarla montata, allora non c’è ragione per non farla in legno.

Ma anche la tua si smonta.

Certo, ma la mia pista non sta in una scatola su uno scaffale, ci vuole comunque un po di spazio dedicato, perchè i miei non sono moduli larghi 18/19 cemtimetri e lunghi trenta come quelli in plastica, comunque si parla di una pista che pesa 17 chili al metro quadro… Sulla mia ci posso camminare sopra senza danneggiarla, e peso novanta chili…
Secondo me poi una pista in legno è un oggetto che arreda, una pista in plastica non la vedo proprio come oggetto di design…

La pista in legno è come una cucina: uno ci può fare quello che vuole. Tu mi dai gli spazi e io te la disegno con un tracciato bello, divertente, eventualmente modificabile senza aggiunte ma spostando i pezzi, come le piste in plastica.
La base è quella. La pista in legno è più reale, è più vera. Poi la si può allestire con un diorama, o altro.

… Senti, ma la scelta di certi marchi piuttosto che altri, per le piste… Può essere vista come una moda?

Che certi piste siano di moda? No, diciamo che sono prodotti pensati e studiati per un certo mercato. Il proprietario di Ninco è stato bravissimo in Spagna: lui stampava plastica, penso gli piacesse questo gioco, e così si è messo a stampare piste e macchine.
Per fare andare il suo prodotto le ha regalate negli oratori… e si è creato il movimento che lo ha fatto diventare leader nel suo settore… Ora però le piste Ninco non hanno più la stessa qualità di una volta, quando era l’unica pista “monta e gioca” sul mercato, perchè Carrera o Scalextric devono essere preparate o usate con calamita, nuove da scatola non hanno grip, non sono giocabili… la mia pista in legno la monti e ci giochi.

Dunque la tua pista ha caratteristiche innovative, e diverse da quelle tradizionali.

Diversamente dalle tradizionali piste in legno ci puoi far correre di tutto, metallo e plastica. Con ruote in spugna non c’è bisogno di trattare la pista con grippanti, basta un goccio di olio all’inizio della curva che la macchina porta via, pulisci le gomme con un WD40 normalissimo e la macchina grippa dal primo all’ultimo giro sempre uguale.

Non ci sono altri vincoli che le gomme in spugna, dunque.

No si può correre tranquillamente anche con le gomme normali. Certo con quelle in spugna è un altro andare… su una pista in legno, un’auto con ruote in gomma non hai problemi, non saltella, la guida è perfetta… ed è anche più semplice andare.
La macchina, come viene regolata, così rimane. Su una pista in plastica più o meno ondulata, con salti e cali di corrente… La resa dell’assetto può variare sensibilmente a seconda dello stato della pista, tanto che si può avere la sensazione di non avere fatto nulla sulla macchina.
Su una pista in legno tutto quello che ho fatto sulla macchina si sente in pista mentre la si guida.
Inoltre il divario fra chi è più o meno bravo si riduce, nel senso che chi è meno bravo comunque si diverte di più, esce meno di pista e il bravo ha occasione di esprimere la propria migliore abilità di guida.
L’altra differenza sostanziale è la parte elettrica: noi abbiamo una traccia da 6 millimetri quadri per lo slot della pista, contro una lamella di qualche decimo di quelle in plastica. E’ zincata e non si ossida, i contatti non si allontanano con il cambio delle temperature.
Nelle piste plastiche il caldo e il freddo dilatano o restringono la pista: quando si contrae il contatto si allenta, si forma ossido e quando si restringe l’ossido riduce la conduttività

I grandi marchi puntano tutti al digitale. il legno rimane la tradizione o non è questione di materiale?

Mah, lo slot è una cosa, lo slot digitale è un’altra. Lo slot digitale è fatto principalmente per giocare in tanti su due corsie: in casa non monti una quattro corsie, ma se la pista è digitale, su due ci giochi in cinque o sei. Il digitale serve per quello, poi lo hanno “condito” con il pitstop e tutta le simulazioni possibili, la programmi e fai tutto quello che vuoi.
Piste in legno? Io ho realizzato una pista a otto corsie in Francia, quasi sessanta metri con quarantatrè scambi: io ho fatto le X e loro hanno messo l’elettronica. La pista digitale per la competizione deve avere questo obbiettivo: quattro, cinque corsie, avere cento, centocinquanta metri di sviluppo dove far correre non quattro vetture, ma trenta.

Se tu dovessi fare un bilancio commerciale della tua attività sino ad oggi, senti crescere la domanda di piste in legno? Il mercato italiano è allineato con quello europeo?

Tutti vorrebbero una pista in legno piuttosto che una pista in plastica.
Il solo problema della pista in legno è il costo di spedizione.
Ci sono paesi dove si gioca di più, altri meno. I mercati più interessati alle mie piste sono Germania, Italia, Francia e Inghilterra… poi c’è il nord europa dove le piste in plasitca le usano solo i bambini…. In Spagna hanno iniziato da poco

L’america pensa alle tue piste?

Gli USA sono un altro mercato, per me lontano: solo i costi di trasporto da qua verso gli Stati Uniti la rendono un affare impossibile. Ma se uno negli States si innamorasse del prodotto lo realizzerei più che volentieri.

Vedo che stai iniziando anche tu a fare un campionato monomarca con lo Slot Club Acilia.

Si, hanno le macchine e la pista, sono stati loro a volerlo fortemente e stiamo facendo il regolamento. Il 24 e 25 ottobre ad Acilia ci sarà il 1° campionato italiano MB SLOT BMW M3 1/24.
L’anno prossimo sicuramente faremo un circuito, e se trovo lo spazio e il luogo monteremo magari più piste a otto corsie per fare qualche cosa di importante. Questo di Acilia lo abbiamo chiamato “Campionato Italiano in prova unica” perchè è stata fatta velocemente, non avevamo tempo di pensare a qualcosa di più strutturato, ma in futuro pensiamo all’organizzazione di un circuito di gare a livello di club, di velocità e di durata con gara finale.

Le tue piste sono un po’ in tutta italia.

Si ormai ce ne sono diverse in Sicilia, a Napoli, a Roma, In Emilia Romagna, In Lombardia a Cinisello, in Liguria a La Spezia, in Piemonte.

Ma oltre a te chi altri fa piste in legno?

Come le faccio io in italia nessuno. In Spagna uno, qualcuno in Francia e Germania, ma concettualmente sono molto diverse dalle mie, pensate per il digitale e non per la competizione

E se io avessi un’enorme voglia di comprare una tua pista? come faccio?

Devi chiamarmi, dirmi che spazio hai e quante corsie vuoi. io faccio il disegno oppure me lo fai tu o mi dai un suggerimento su quello che desideri…e ti faccio una offerta.

E se io avessi già una tua pista, ma volessi comprare solo qualche pezzo, posso sceglierlo da un catalogo o non esiste?

Il catalogo c’è ma è molto meglio che ci parliamo: troppe le variabili e ti potrei dare suggerimenti.

La parte elettrica? ci pensi tu o lasci al cliente?

Dipende. io posso dare la pista solo tagliata e fresata, gli do la treccia , le altre parti necessarie e se la assembla lui, al contrario posso portare tutto e il cliente deve solo mettere la macchina in pista e premere il pulsante. Tutto dipende dal grado di personalizazione che si desidera.

Quanto tempo ci metti mediamente per realizzare una pista?

Avendo il disegno dei pezzi già a computer, dipende dalle corsie, ma ad esempio una otto corsie a sezioni di un metro e ottanta lo taglio e la freso in trenta / quaranta minuti… mediamente 54 metri di pista… poi c’è da mettere la treccia, mediamente si fanno quattro pezzi al giorno, una decina di giorni in tutto… Da quando viene approvato il disegno alla consegna, venti, venticinque giorni.
Questo per una otto corsie, per una quattro sicuramente di meno ma non la metà, diciamo un trenta percento in meno.
L’assemblaggio poi è molto semplice, e l’ultimo pezzo che chiude il circuito “cade dentro” semplicemente, tieni conto che la macchina che le realizza ha una precisione al centesimo.

Lasciando le piste e andando invece a parlare di auto….

Macchine in plastica no. Macchine con telaio in fibra di vetro ( vetronite) con carrozzerie in Lexan, quello si. Il problema come è che il pubblico vuole carrozzierie tagliate e verniciate perchè il 98 % delle persone che gioca non è capace o non ha voglia di farlo da se.

Tu hai un modello in scala 1/24.

Si, ho un modello in scala 1/24 completa telaio e carrozzeria, di telai ne ho fatti diversi per la formula uno, di All Slot e per le Ferrari 430 realizzate da BBR.
Io preferisco in competizione la macchina con carrozzeria in Lexan: non si rompe mai. Sopratutto per la scala 1/24 è indispensabile. Le macchine in plastica tipo le Scaleauto pesano 200 grammi e quando arrivano a trenta chilometri orari una contro l’altra si spezzano a metà… ho visto macchine senza il muso…hai speso centinaia di euro per prepararne una settimane a prepararla… e in un secondo l’hai buttata via. se fai una 24 ore, le carrozzerie sane alla fine sono zero.

E il futuro cosa prospetta?

Ho la fortuna di fare quello che mi piace. Io cerco di fare cose belle, che funzionino bene, diverse e migliori di altri, non faccio cose perchè le devo fare o perché le fanno gli altri. Questa è la mia filosofia.

 

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