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Sulla pagine di Italiaslot una interessante ricerca di Giacomo Grazioli cerca di dare una risposta alla domanda su quanti siano gli slottisti in Italia.
Doverosamente, per dare fonte dei numeri rilevati, vengono presi in considerazione i risultati di una ricerca parziale derivata dalla raccolta delle informazioni sui tesserati / partecipanti degli slot club sul territorio nazionale.
La ricerca non comprende il numero totale delle realtà locali, nè i numeri di un reale “censimento” dei partecipanti, ma prende il via da “ una ricerca tramite portali, siti di Club e Social Network di pubblicazioni di classifiche di gare, monitorando settimanalmente il numero dei partecipanti.”
continua il recensore : “Per avere dati precisi e una più larga visione comprendendo anche i club che non pubblicano classifiche, ho chiesto la collaborazione ad alcune persone che mi hanno fornito le informazioni delle zone a loro conosciute“.
Come sappiamo tutti , i numeri sono una cosa, la lettura dei numeri un’altra. In quanto redattore di un blog che tratta dello stesso argomento, ed avendo pubblicato nel 2014 uno studio pur con un pool di indagine diverso, ma che tendeva a dare una risposta di marketing allo stesso problema (Hard Gamer VS Absolute Beginners: il mercato slotcar in Italia), mi sento di dover dare il mio apporto a questa lettura.
Tre elementi da tenere in conto.
Non conoscendo nè il numero completo degli slot club, nè il numero dei soggetti interessati e le loro caratteristiche (tesserati, abbonati, frequentatori, ecc) presi in esame dal “censimento”, possiamo ottimisticamente prevedere un certo scarto positivo fra questo numero e il definitivo.
Dobbiamo d’altra parte tenere in conto che fonti certificate, diverse da una ricerca empirica come quella effettuata (con tutti i limiti che comporta) non ne esistono: rimane una dolorosa constatazione l’assenza completa di una associazione/ federazione, come esistono in altre branche del modellismo, in grado di dare una seria risposta al quesito.
Per ultimo il soggetto del rilevamento, lo “slottista” qui preso nei termini di “giocatore assiduo, appartenete ad un club che frequenta i concorsi e le gare” non tiene in contro degli slottisti come “comunità di pratica” ovvero di un insieme eterogeneo di soggetti che a vario titolo e secondo una segmentazione ampia di interessi, sia coinvolta nel tema soggetto della ricerca.
Dunque affidandoci fondamentalmente al dato rilevato, con i metri di rilevazione dati, il quadro non può che dare risultati statisticamente patetici.
la “media provvisoria” rileva cinquecentosettantasei “slottisti” che dire sia un dato statisticamente semplicemente irrilevante, è dire già qualcosa al posto del nulla più assoluto.
Ma al contempo stesso, ci sottopone una realtà.
E’ la realtà degli slotclub, l’istituzione usata come fonte del dato ad essere in profonda crisi, crisi da tutti ammessa e un po’ da tutti imputata alla congiuntura economica. Lo slotclub, elemento fondante della socialità e dunque dell’attività slottistica rileva nei numeri la sua crisi “istituzionale” attraverso l’esiguità numerica da specie in via di estinzione.
questi numeri sono un monito, un monito e un prezioso avvertimento per il clubbing slotcar che si trova in una vera e propria crisi di rappresentanza. Che di tale si tratta.
Altrimenti non si spiegherebbe la sopravvivenza economica di un intero comparto, nè la rilevazione di segmenti statistici negli indicatori dei sistemi di marketing per l’advertising digitale ( come google o facebook, per dare un esempio) che giustifichino investimenti pubblicitari di alcun genere. Se il dato statisticamente rilevabile in Facebook ADV fosse di 576 unità, il sistema stesso mi direbbe che solo un pazzo spenderebbe anche solo un euro per raggiungerlo.
E neppure per quanto possa essere rilevante parzialmente, i dati di accesso di questa nostra piccola realtà: quarantamila pagine viste di media nel primo trimestre 2016, sono solo in piccola parte visitate dagli “slottisti” così intesi, confermandoci nella nostra mission: guardare fuori dal mondo “slottistico” alla ricerca del “diversamente slottista”.
I dati del mercato sono altri. Dunque perchè così pochi “slottisti”? La rilevanza che essi hanno sul mercato e sulle abitudini di gioco della massa dei “diversamente slottisti” che sono la gran parte dei fruitori di questo mercato, è dunque vicino allo zero? Dove vanno, come giocano, perchè comprano questo piuttosto che quello? Ma sopratutto, perchè non vanno in uno slotclub?
Credo che gli slotclub siano oggi come allora depositari di una conoscenza e di un sapere difficilmente replicabili fuori da quel contesto, ma è anche evidente che è necessario un cambio di pelle, indipendentemente da una congiuntura economica che possa più o meno penalizzarli: non c’è che prendere in considerazione i cambiamenti in atto e affrontarli.
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