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“chissà come mai quando mia moglie dice che fa del decoupage, tutti pensano: che donna creativa! Quando io dico che faccio del modellismo e gioco con le slot car pensano: infantile!”
Questo l’accorato e ironico commento di un amico modellista quando gli raccontavo ciò che avevo in mente di fare con zot4slot e con l’altro mio blog sul gioco e il giocattolo: proporre riflessioni, pensieri e proposte su giochi e giocattoli visti da adulti per adulti capaci di interrogarsi, stupirsi, immaginarsi l’intelligenza racchiusa nei giochi.

Ma uno spettro si aggira nel Paese: il tabù del gioco negli adulti. Volutamente ho scritto “negli” e non “per” perchè è inevitabile che unendo “gioco” “per” “adulti” almeno nella nostra lingua, il riferimento primo che ci salta in mente non è certamente una modello in scala, o una pista elettrica. Meglio evitare ironie. e meglio evitare di essere bannato e finire in qualche black list, o addirittura trovarsi negli inserti ADV del proprio sito, proposte commerciali non in linea con i propri post.

Ma se lo sguardo e l’interesse verso il mondo del gioco segue i sentieri che mi sono ripromesso di seguire e che ho indicato qui sopra, allora scopriamo quanto sapere, quante conoscenze, quanta abilità imprenditoriale, tecnica, professionale, umana è necessaria per realizzare quella macchinina, renderla attraente, farla correre, vincere. Tutto questo non esisterebbe se non ci fosse vero amore ( è il caso proprio di dirlo) per quello che si fa, per il proprio lavoro, per la passione.

Ed eccoci tornare ai sentimenti, a quella apparente sospensione della razionalità, a quella misitificazione magica che ci fa vivere in una macchinina quello che vive nel pilota: tensione, attenzione, volontà e concentrazione, ma non solo. C’è la storia, la narrazione che ogni alettone, griglia, ruota, pistone evoca in noi l’immedesimazione negli eroi che la storia ha consegnato alla nostra memoria.
E tutto questo in una macchinina di plastica.

“La differenza fra un adulto e un bambino sta nel prezzo del suo giocattolo” recita un detto di cui però si è persa memoria dell’autore. secondo me, il prezzo non centra. il gioco è una forma conoscitiva del mondo che non ci abbandona mai, e se lo fa, hai perso parte della tua umanità con lui.

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