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Monza 5 settembre. Nel primo pomeriggio di una domenica al sole, sul tracciato stradale di 5750 metri, si disputa la nona di undici gare della stagione ‘71.

La corona di campione del mondo è già stata assegnata designando J Stewart numero 1 per la seconda volta.
Dunque si svolge senza le pressioni di tatticismi di classifica del campionato del mondo.

Ma non solo: senza le odierne chicanes e varianti introdotte dal ’72 in entrata dell’anello Alta Velocità ed alla curva Ascari e senza il team ufficiale Lotus (Colin Chapman è ancora sotto processo per l’incidente che causò la morte di Jochen Rindt nel ’70.

Il gran premio di Monza è pronto per offrire al suo pubblico uno spettacolo unico ed irripetibile nella storia della F1 in cui rimarranno scritte per sempre le cifre della classifica finale: i primi cinque in 6 decimi di secondo sul traguardo ad una media oraria in crescita dall’ottavo giro da 239,888 Km/h fino a 241,749 Km/h al ventottesimo giro.

Dallo schieramento di partenza, con Chris Amon in pole position (1.22.40) e Jacky Icks al suo fianco, balza al comando Clay Regazzoni forse bruciando il semaforo verde.

in testa si alternano, tra sorpassi costruiti nelle scie sui lunghi rettilinei ed in fondo a questi con furiose staccate, Ronnie Peterson su March, Jo Siffert su BRM, le due Tyrrell di Jacky Stewart e Francois Cevert, Icks e Regazzoni con le Ferrari 312B2.

Monza sempre selettiva per l’affidabilità meccanica, in breve escono di scena Stewart (motore), Siffert (cambio) ed in seguito Icks e Regazzoni (semiasse trasmissione).

La seconda metà della gara vede quindi nella sfida al vertice Peterson, Amon, Mike Hailwood, Cevert e Howden Ganley in continua battaglia, più lontano, dietro e solo, risale con la sua BRM 12 cilindri Peter Gethin.

La Matra guidata da Chris Amon sembra in grado di prevalere sugli avversari sino a quando, prima una gomma malmessa ed infine la visiera del casco sfortunatamente strappata e perduta, spengono le speranze di vittoria del neozelandese costretto quindi a rallentare.

Gli ultimi due giri (53 e 54) tengono il pubblico costantemente in piedi sulle tribune tra le Lesmo, sulle gradinate della curva Ascari prima e della Parabolica di seguito, dove tra staccate al limite e traiettorie inventate, la potente spinta del 12 cilindri BRM permette a Gethin di uscire sul rettilineo principale nella protezione della scia di Ronnie Peterson che si vedrà sorpassato di quel poco che basta per fare alzare il braccio al cielo davanti alla bandiera a scacchi proprio a Gethin che vince alla media record di 242,72 Km/h !

Dunque forse queste cifre ed i numeri in pista sono riusciti a far passare in secondo piano il test in gara del pacchetto propulsivo per la vettura Indy del Team Lotus, la 56B con propulsore a turbina per Emerson Fittipaldi (ottavo ad un giro) …ed inoltre nelle retrovie ritirato De Adamich su March 711 Alfa Romeo.

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