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Ninco ha abbandonato la sua produzione in Cina e fa tornare in Spagna l’intera sua linea produttiva. tonnellate di stampi in ferro sono tornati dalla Cina, molti in stato deplorevole e altri ancora hanno fatto il viaggio avanti e indietro.
Che cosa significa? Certo è un percorso a ritroso che non si era ancora visto nel nostro piccolo mondo, ma credo che vi siano da prendere in considerazione diversi aspetti significativi.
Certo un ritorno così complesso non si decide in un giorno, e inevitabilmente comporta delle perdite economiche, ma è evidente che per il tipo di mercato, per i numeri che genera, per l’introduzione di nuove tecnologie, la produzione locale diventa più conveniente che non la produzione di massa in Cina.
E non è una questione di qualità e dettaglio, in quanto i produttori cinesi di Ninco utilizzano le stesse strutture per le auto di altri marchi.
Evidentemente per Ninco la necessità di adattare le tirature dei pezzi alle esigenze del mercato ( in cina si devono fare numeri molto alti), un adeguato controllo della produzione e la riduzione dei tempi di realizzazione localizzati in Spagna sono stati un’ottimo motivo per ripensare alla propria impresa.
Questa mossa non riguarda solo gli stampi di auto, ma anche alle piste e agli accessori (elettronica a parte) .
La pista Ninco, leader in più club e campionati, è uno dei cavalli da battaglia del marchio ed è per questo che i primi stampi a tornare indietro sono stati proprio quelli delle piste. Con la nuova produzione Ninco è stata migliorata la conducibilità e ottimizzata ulteriormente il contatto tra le sezioni, evitando salti fra le giunzioni. Una buona notizia per gli utilizzatori.
Ricordiamo poi che Ninco l’anno scorso e ha annunciato di voler reintrodurre nei suoi prodotti slot le carrozzerie termoformate in lexan.
Un ritorno al classico nello slot, ma che Ninco, come produttore di modeli RC in cui l’uso del lexan per le carrozzerie non è mai venuto meno, ha avuto modo di sviluppare con tecnologie d’avanguardia.Si tratta di un sistema che permette di ottenere dal lexan una qualità di dettaglio identico a quello della plastica a iniezione grazie ad un nuovo sistema di dettaglio contro-end.
A questo, aggiungiamo che le carrozzerie così realizzate saranno tutte adattabili sia al nuovo famigerato chassis monoscocca, sia agli chassis realizzati in 3DP dell’effervescente aftermarket che ne produce a decine.
Riassumendo: la necessità di produzione di piccole tirature, lo sviluppo di tecnologie di stampa del Lexan, il fiorire dell’aftermarket 3DP ha convinto Ninco a riportare a casa il processo di sviluppo e di produzione in modo da accorciare i tempi per la produzione e la decisione dei prodotti.
E’ il mercato, baby. Forse è venuto il momento di ripensare al ruolo di grande azienda-di-tutto che è la Cina, forse è venuto il momento di rivedere gli argomenti che ci hanno fatto produrre beni a migliaia di chilometri da noi per poi rivenderli nel negozio della strada accanto a dove sono stati ideati.
Oggi produrre in Cina conviene solamente se il mercato locale assorbe la maggior parte della produzione. Negli ultimi 10 anni il costo della manodopera è aumentato del 300%. Le utenze e gli affitti nello Jiangsu e nel Guangdong costano come in Italia. Se le produzioni non sono high tech non si hanno incentivi. E’ quindi normale che un’azienda come Ninco riporti la produzione delle slot in Spagna, specialmente se i partner locali sono di basso livello. Diverso è per Carrera, che in Cina ha investito molto e oltre a produrre con una realtà propria vende nei centri commerciali dove ha allestito piste e organizza gare in areee dedicate.