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La storia della vita sportiva di Jo Siffert e Vic Elford contengono dei singolari fattori comuni e trasversali , la più rilevante senza dubbio la relazione con il costruttore e le squadre Porsche.

Sia Siffert che Elford si sono lanciati nel mestiere di pilota affiancandosi ad un altro pilota.
Siffert sul sidecar nel ’58 sull’isola di Man per il Tourist Trophy ed Elford nel 61 su Triumph TR3A come navigatore rallista. Gli  accomuna anche il casco, caratterizzato nella grafica dalla relativa bandiera nazionale in cui campeggia  una croce al centro.

Però il rapporto con la casa di Weissach e le relative macchine da corsa è l’asse sul quale i due piloti si esprimono al massimo nelle corse di durata, su circuiti stradali e piste, raggiungendo livelli di prestazioni memorabili. La Targa Florio del ’70 per cui Elford delibera la 908\03, di cui Siffert teme l’affidabilità, scartando la 917K.
La corsa terminerà con giro veloce e vittoria della 908\Mk03 numero 12 asso di quadri J Siffert\B Redman.

La stagione 1968 è una vera prova di forza per Vic Elford che culminerà con la F1 in Francia: prima da grande rallista vince a Monte Carlo con la 911, poi vola in USA per vincere la Daytona 24H e per il secondo posto di Sebring 12H con la 917LH, trionfa con Umberto Maglioli alla Targa Florio sulla 907 numero 224, vince la 1000KM al Nurburgring ma gli sfugge la vittoria più importante e prestigiosa: Le Mans 24H.

Purtroppo la F1, dove Siffert si è distinto con 2 GP vinti, segna il tragico incidente di Brand Hatch del 71 dove la carriera e la vita di Siffert terminano.
Due grandi piloti dotati di talento per la guida e grande versatilità nella capacità di raggiungere sempre la massima velocità a bordo di qualunque mezzo.

 

 

 

 

 

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