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Ricordo bene che ogni volta che mi trovo ad aprirmi per accogliere ed apprendere una nuova ondata di informazioni basta un minimo di senso di nuova consapevolezza per scatenare il fiorire di infinite possibilità di nuove soluzioni visionarie ed irraggiungibili ma decisamente stimolanti: ZOT!
Tipico processo dell’immaginazione, nulla di particolare, se non fossimo però come in questo caso di fronte ad un orizzonte che ci presenta solo il contorno di una nuova entità che per quanto ricercata, desiderata ed ambita, come spesso accade, preoccupa, fa discutere su fronti divisi ed opposti e solo alla fine si mostra nelle sue reali connotazioni distintive che si manifestano con i fatti che seguono fiumi di parole introducendo innovazioni determinanti su processi e prodotti inimmaginabili prima.

La tecnologia e la sua evoluzione sono oggi uno degli scenari in cui possiamo riscontrare fenomeni di questo tipo, in particolare evidenza l’accelerazione dello sviluppo delle tecnologie digitali e delle sue derivazioni applicative, senza dubbio la stampa 3D si presta a questo tipo di valutazione.
In sintesi: nel 2015 le occasioni per approfondire con l’esperienza diretta questo tipo di tecnologia non sono mancate e sono quantomeno servite a darmi ulteriori elementi utili e proficui all’orientamento in questo nuovo universo quasi inesplorato. Mai avrei creduto che cio’ sarebbe potuto avvenire giocando con…le macchinine.

Le slotcars, carrozzerie e telai, in generale sono oggetti realizzati mediante stampi ad iniezione per plastica ABS e per produzioni in serie limitata e più “esclusive” mediante la colata di resina, recentemente invece ho potuto ammirare e toccare con mano delle realizzazioni in scala 1.32, del tutto made in Italy, realizzate con il processo di stampa 3D SLS, progettate e prodotte da The AREA71 slotcars. Euforia ed eccitazione hanno presto lasciato spazio a più o meno meditate riflessioni e quasi ragionamenti volti ad individuare dei possibili: dove, come e … quando? Nel limbo del dubbio non trovo sempre il comfort ideale per procedere nell’esplorazione di nuove possibili applicazioni o solo estensioni impreviste, ma forse per questo stesso motivo sento il bisogno di comunicare con un nuovo codice un nuovo concetto, un nuovo messaggio, con il quale definire cio’ che fulmineamente come il Dott. Frankenstein desto urlava sognando “SI PUO’ FARE!” :

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