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Lo scorso 14 gennaio Dan Gurney si è spento. Un grande pilota americano che ha recitato la parte del protagonista sia negli States che in Europa. Il pilota delle due sponde che ha incarnato, come pochi altri, la poliedricità dei piloti di un tempo. Questa è la sua storia.

Da quando ho aperto Motorsport Republic+ volevo scriverla la storia di questo spilungone americano che ha corso e vinto nella Formula 1 degli anni ’50 con la Ferrari, che ha guidato magistralmente l’incursione di Porsche per poi passare (e vincere) a Le Mans con Ford. Che dopo Ferrari, Porsche, Brabham diventa Costruttore schierandosi con la Eagle ed il team All American Racers fondato con l’amico Carol Shelby.

Un primo piano di Dan Gurney
Un bel primo piano di Dan Gurney, uno dei piloti americani più eclettici e competitivi

Il 14 gennaio 2018 Dan Gurney, classe 1931, saluta tutti e se ne va. Per la complicazione di una polmonite, Dan ci lascia con una storia tra le più splendide del motorsport mondiale. Eh sì perché la poliedricità è sempre stata la caratteristica più acuta e affascinante di quest’uomo che vince dappertutto, ma ancora prima, soldato dei Marines, combatte con onore e coraggio nella guerra di Corea. Poi, riportata la vita a casa, le corse. La Formula 1, Le Mans, le gare americane della Can-Am, della Trans-Am e della Nascar. E poi costruttore e team manager in Indy, Formula 5000, di nuovo Tran-Am ed IMSA.
Jim Clark, non uno qualsiasi, lo considerava il rivale più temibile, lui che in Formula 1 ha raccolto le briciole di un impegno e un talento sparso a grandi mani al di la ed al di qua dell’Oceano.

 

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In: motorsport republic+

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