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Se il giocatore di slotcar racing nasce dall’azione, il collezionista nasce da una intimità.
il secondo incontro con le storie di slot lo facciamo con il collezionismo.
Volevamo qualcosa di diverso, quasi di opposto al racconto di Stefano (Quando lo slot ti rimane nel cuore) che potesse mettere il luce le tante sfaccettature dello slotcar. Volevamo cercare qualcosa che ci facesse tornare all’esperienza originale, che svelasse il giocattolo sotto tanta sofisticata tecnica.
Lo slot car racing è competizione, velocità, abilità di guida. E’un’esperienza concreta, senza paragone neppure con la simulazione grafica più spinta che non potrà mai dare l’emozione viva di una slot car in corsa soggetta alle stesse regole fisiche e all’arbitrio del caso dell’originale.Impagabile.
Il collezionismo è l’altro volto di questa esperienza. Se lo slotcar racing nasce dall’azione, il collezionismo nasce da una intimità. E’ uno strano amore ideale che trova forma in un oggetto che si desidera avere sempre con sè e conoscere profondamente in tutti i suoi aspetti.
Collezionare slotcar vintage, è l’esperienza di un gioco che ci ha coinvolti da giovanissimi, rimasto sopito per decenni, che riemerge improvviso: basta essere esposti alla vista dell’oggetto tanto desiderato un tempo e il colpo di fulmine può scattare, inevitabile. E allora è troppo tardi per tornare indietro: siamo collezionisti.
Domenico Rusconi ci parla di questa spontanea e volontaria forma di malattia sentientale (la passione si sa, è infettiva),di cui è sanissimo portatore. Da piccolo conosce il gioco attraverso Policar, il marchio che in italia è sinonimo di slotcar negli anni ’60 e ’70 che oggi si trova nascosto, racchiuso nella sua scatola colorata in cantine o sopra armadi che riemerge su una bancarella o in ebay. Ed è lì che le ha ritrovate, riprendendo il discorso interrotto e riannodandolo con la ragione dell’adulto, che non si è dimenticato della sua passione.
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