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“The Monza Gorilla”. questo era il soprannome di Vittorio Brambilla, pilota monzese doc, sintesi di un automobilismo che sapeva di avventura e officina.

Partiamo proprio da un Officina per raccontare la sua storia. E’ quella del  figlio Roberto, che  del padre ci narra come di uno spirito libero decisamente irruento attraverso i mille aneddoti che solo uno stretto legame può raccogliere e testimoniare.

Siamo venuti da lui nella nuova officina a Biassono, ad un  tiro di schioppo dal circuito di Monza, luogo  che per quanto  noi italiani si facci a di tutto nel perseverare a non valorizzarlo come dovrebbe,  rimane un luogo magico, con una sua sacralità, difeso da un genius loci che conserva nel tempo la sua bellezza.

E bellissimo è anche il luogo  in cui  siamo ospitati, accolti  da Roberto, che  ben incarna lo stile diretto e franco di Famiglia. Domina  l’arancione, e  non potrebbe essere diversamente visto il profondo legame con lo storico marchio Beta utensili,  che accompagnò una bella parte dell’avventura motoristica di Vittorio.

L’officina è un  mix fra un atelier e una galleria  d’arte, dove  sopra  piedistalli non stanno  opere in  marmo antico ma  motociclette,  che  non diversamente sono oggetti  dall’estetica  raffinata. Alle  pareti quarant’anni di  storia automobilistica  nei  ritratti, nelle  fotografie, nei tenti  cimeli  piccoli e  grandi  che  ci ricordano  che  siamo al  cospetto della storia.

A riportarci a terra,  facendoci  sfuggire all’incantesimo  è il  racconto  di  Roberto,  che accomodato  sul divano  di  un vero e proprio  salotto ci trasporta in u tempo dove i piloti  si  chiamavano Stewart, Lauda, Regazzoni, Peterson. Buona lettura.