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Il progetto Alfa Romeo  33\2  nasce a Milano nel 1964.

Sviluppato dal telaio Giulia AR 105 il prototipo monta temporaneamente il motore della TZ2.

Nel 1965 la creatura prende la sua forma ed identità in cui leggerezza e rigidità della struttura vestita dal disegno della carrozzeria caratterizzano indelebilmente la macchina ora dotata del motore V8 2 litri e battezzata 33\2 TT (Telaio Tubolare ad H) dai progettisti G Busso, O Satta AR e C Chiti Autodelta.

270 HP spingono contro 580 Kg fino a far decollare e volare la 33 velocemente dai test a Balocco ai circuiti di tutto il mondo affermando la qualità e la genialità delle soluzioni tecniche del progetto con risultati e vittorie che segnano la storia dell’Alfa Romeo nel corso di anni e che saranno trasferite verso la produzione nei decenni a seguire.

Vera delizia del piacere di guida per piloti ed incubo rosso per le avversarie in pista e su strada, la 33 entusiasma il mondo convincendo Alfa\Autodelta a sviluppare il progetto affilando le armi ed affinando soluzioni meccaniche e configurazioni aerodinamiche specifiche per tracciati e piste dove vincere è un grande onore internazionale ma soprattutto una consistente responsabilità sullo scenario industriale mondiale.

La 33 Stradale del 1967 carrozzata Scaglione ed assemblata dalla Carrozzeria Marazzi è il diadema splendente nel panorama mondiale delle GT la cui luce ha illuminato la vista di chi ha sognato e sviluppato un progetto attuale come la 8C.

1968 significa 33\2, numeri e risultati parlano da soli, la 33 corre e vince nel Campionato Internazionale Marche Sport Prototipi, la 24h di Daytona, la 12h di Sebring, la 1.000 km di Monza, la Targa Florio, la 1.000 km del Nurburgring, la 24h di Le Mans, il titolo mondiale è il premio finale.

Al volante di questa vettura combattono e si affermano, nei circuiti dove le competizioni più serrate e dure diventano leggende, uomini e piloti con la passione per le macchine da corsa con personalità e caratteristiche individuali diverse ma sempre vincenti.
Le vittorie di classe ed assolute sono solo la testimonianza dell’impegno e del coraggio straordinario sprigionato dal cuore di uomini tra box e cordoli del pianeta da corsa.
Nel 1969 la nuova Alfa Romeo 33\3 debutta in USA sulla pista di Sebring contro le avversarie consolidate della classe regina PORSCHE e FERRARI con risultati e prestazioni interessanti ma poco entusiasmanti se paragonate alle precedenti della 33\2, il Campionato Mondiale Sport Prototipi si chiude con il terzo posto finale. Alla 12h di Sebring 1970 la 33\3 conquista il secondo gradino del podio, in Argentina nella locale Temporada si afferma e vince, in Italia vince la 500Km di Imola.
Steve McQueen la pretende con lui nel film sulla 24h di Le Mans.
Il secondo posto in classifica finale del Campionato Mondiale Sport Prototipi 1971 alle spalle della dominante PORSCHE premia soprattutto le qualità del telaio nelle gare sotto la pioggia su piste dove la guidabilità conta molto di più della velocità in rettilineo, tre vittorie prestigiose ed importanti: Targa Florio, 1000Km Brands Hatch UK, 6h Watkins Glen USA

Policar 33\2 TT Daytona 1:32

La realizzazione dei primi esemplari di questo modello prodotto con lo storico marchio Policar ci rimanda alla fine degli anni 60, 1969 esattamente, quando ALFA ROMEO Autodelta corre e vince, prende forma la base di questa piccola macchina da corsa codificata A78.

La sfida e l’ambizione di produrre una serie di slotcar in 19 modelli diversi con la medesima meccanica di base (telaio e motore) ma carrozzati individualmente meritano senza dubbio il peso del titolo Made in Italy.

La 33\2 rossa e lucida stacca la sua sagoma caratteristica dallo sfondo grigio asfalto. La carrozzeria, in polipropilene pressofuso, è disegnata riproducendo il gioco ad incastro tra il muso filante verso la cabina a stringere e la sezione maggiorata della coda della vettura definita dal volume dalle prese per i radiatori e l’arco dei passaruota posteriori.

Il muso è dominato dalle linee delle palpebre dei doppi fari al cui interno il si sviluppa il cofano con presa NACA centrale, due tappi racing appena accennati precedono il parabrezza curvo compreso nella cabina con tanto di gobba a goccia rialzata sul tetto, il cofano motore trasparente e le grandi prese d’aria laterali caratterizzano la coda filante tronca.

La carrozzeria racchiude come un guscio il classico telaio Policar e relativa meccanica condivisa con gli altri modelli della serie.

Compagna di sfide ed avversaria odiatissima e comunque in relazione con la P5 anche perché obbligata nella stessa scatola della pista originale, la 33\2 oggi come allora sembra pronta a ruggire facendo sparire il suono elettrico.

Una notte con modellismo

Pasqua mi ha portato via qualche ora di sonno, mancano pochi giorni e i motori di macchine e moto potranno finalmente ripartire un’altra volta. L’attesa mi spinge tra immagini e disegni inevitabilmente a soggetto rosso, tra video su monitor e motoriviste, la scatola della mia 33\2 m’inghiotte e vedo come dall’abitacolo nel pieno di una 24H dove era necessario colorare il cofano anteriore in mezzo ai passaruota per essere sicuri di essere riconosciuti dal box in qualunque condizione di visibilità, normalmente basta il numero ma quando le macchine uguali sono almeno 4 … non basta!
Verde, bianco, giallo, azzurro le 4 possibilità: sedotto dalle conchiglie gialle della Shell non esito e preparo il cofano anteriore con mascheratura a nastro e delicati passaggi di 1200 per continuare con due mani di fondo bianco (Tamya Fine) e altrettante di giallo (Tamya Ts-47). Pochi strappi di nastro e la sagoma gialla in centro è pronta per essere completata dal classico bollo portanumero bianco replicato sulle portelle laterali ed alla fine cofano posteriore.

Rimetto la 33\2 nel buio della scatola, il sogno di Daytona svanisce ma al mattino il giorno risplende di una fantastica luce gialla.

 

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