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probabilmente, almeno per quanto ne sappia io, è la prima volta che lo Slotcar Racing entra all’Istituto Europeo di Design, e vorrei essere smentito, in una qualunque altra aula almeno qui a Milano.
Quindici ragazzi ( mi correggo: quattordici più una ragazza) non sapendo nulla o pressoché nulla, si sono trovati pronti nel rispondere al progetto, che prevede la realizzazione di un prototipo ispirato dai grandi esempi del Car Design italiano, in qualunque materiale purché rispetti i vincoli costruttivi con il telaio e che sia funzionante.
Siamo arrivati alla quarta delle dodici lezioni: quattro incontro con lo Slot e alcuni dei suoi principali attori che nel confronto con i ragazzi avranno modo di passare informazioni, esperienze, cultura del gioco e del motorsport… e ce n’è un gran bisogno.
Faremo qui una breve cronaca, che di volta in volta andiamo ad aggiornare: il diario di una esperienza che credo immodestamente, sarà utile ai ragazzi e spero anche un po’ anche allo slottismo italiano.
Primo mercoledì di corso, 4 marzo
Per prima cosa c’è da trasmettere la passione e l’interesse: chiunque insegna sa che più dei contenuti è l’energia con cui ne parli che farà breccia nell’interesse dei partecipanti ad una lezione. E così è stato: il primo incontro con me e Roberto Balestreri, che è un vero vulcano di aneddoti e conoscenza e che ha vissuto dall’interno il clima del motorsport, penso abbia fatto centro e convinto i ragazzi che il workshop sarebbe stato interessante e divertente…
Ora è il momento di creare i gruppi di lavoro: sette gruppi ai quali verranno dati a sorteggio due auto a cui ispirarsi per la loro ricerca di stile: dalla Panda alla Miura: tutte caratterizzate da un design inconfondibile indipendentemente dalla cilindrata o dalla sportività. L’obbiettivo è trarne i lineamenti essenziali coglierne gli stilemi e reinterpretarli con creatività.
Di questo primo incontro non ho che poche foto scattate alla fine dell’incontro. le due persone che chiaccherano al centro della terza foto sono Roberto Balestreri, di Zot4Slot e Luciano Catena, il docente che gestisce il workshop.
Secondo Mercoledì di corso, 11 marzo
E ora di far vedere cos’è una slot, di girarla in mano, vedere ogni dettaglio e incominciare a capire come funziona. Si capisce subito quella che è la sua forza, e che questa sta proprio nel suo limite più evidente: il vincolo dello slot, l’impossibilità di sterzare. Questi vincoli, rimasti invariati praticamente dall’origine ad oggi, paradossalmente l’hanno resa interessante, unica, e per questo ancora oggi non ha perso la sua strana giocabilità : un po’ come le trottole e gli jo-jo, le bambole e i soldatini, queste elementari macchine elettriche non perderanno mai di essere belle da giocare.
Ma oggi è anche venuto il momento di vedere il lavoro degli studenti, i famigerati “rulli”, rotoli di creatività dove i ragazzi rendono visive le loro associazioni mentali, creano percorsi di immagini e suggestioni che permettono loro di circoscrivere e al contempo di esaltare i particolari ed i dettagli formali che caratterizzeranno la loro ricerca: il primo passo verso la formalizzazione dell’idea.
Terzo mercoledì di corso 18 marzo
E’ ora il momento dell’incontro con Maurizio Ferrari, di Slot.it, che ci ha permesso di realizzare questo progetto, partecipando alla sua realizzazione con l’attrezzatura e soprattutto i telai HRS la meccanica i motori e le ruote necessarie all’esperimento.
Per la quasi totalità di loro, questa è stata la prima volta che hanno preso in mano una slotcar, e la lezione di assemblaggio di Maurizio è stata il primo approccio alla meccanica e alle caratteristiche fisiche del mezzo, un approccio pieno di domande ma soprattutto di voglia di “smanettare” sul modello. Alla fine delle tre ore, rimane poco tempo per la parte teorica: abbiamo consumato tutto il nostro tempo lavorando sul pezzo seguendo l’esempio di Maurizio, esempio che per i ragazzi va ben al di la della semplice tecnica. E’ anche e sopratutto (questo era nel mio intento), un esempio di come si possa intraprendere e riuscire in mercati di nicchia certo, ma da cui cavarsi qualche soddisfazione e un bel lavoro.
Quarto mercoledì di corso, 25 marzo
Quando il gioco si fa duro, i duri incominciano a giocare. E a raccontare come si fa abbiamo avuto l’onore di avere in cattedra Claudio Biacchi, universalmente conosciuto come “il professore”, un po’ perché lo è effettivamente, ma anche perché è un decano del mondo slot, di cui ha grande e probabilmente unica esperienza. E chi meglio di lui può raccontare della dinamica del mezzo, di come farlo diventare performante, quali sono gli elementi meccanici e dinamici da prendere in considerazione per creare una buona Slot?
E’ stata una bella giornata e una bella esperienza, dove credo si sia cresciuti tutti, ed anche divertiti: Abbiamo tirato fuori una pista Ninco e creato un piccolo circuito acclamanta a furor di popolo: non stavano più nella pelle di provare dal vivo che cosa sia lo slotacar racing, e per questo hanno rinunciato alla pausa caffè – sigaretta per montarla e buttarsi in pista, avendo modo di capire che in curva bisogna rallentare e rompendo i primi pezzi. Fortuna che abbiamo i ricambi…
Da mercoledì 2 aprile ritorniamo in pista e aggiorneremo questa cronaca. Stay Tune!
Una bellissima iniziativa, davvero! Bravo Stex!