Tempo di lettura stimato: 2 minuto/i

Si legge, nelle motorsport news, di una certa curiosità a proposito di alcune soluzione tecniche adottate nel mozzo ruota strategicamente dal team Mercedes Petronas F1.

Inevitabilmente il fatto raccontato assume toni polemici, per breve tempo il rumore dei media amplifica distorcendo ma polarizzando di fatto un’attenzione ed un interesse per un mondo, la F1, ai limiti della sopravvivenza.
La storia delle corse è ricca di situazioni ed episodi del tutto analoghi a questo, i regolamenti stessi sono stati revisionati ed aggiornati di conseguenza all’introduzione di una soluzione, non sempre tecnica, definita come possibile tra le pieghe del regolamento.

Ma attenzione tutto questo non potrebbe essere se l’effetto di tale soluzione non fosse efficace, cosi efficace … da rivelarsi vincente,ed inoltre a chi desterebbe la minima curiosità se lo stesso fatto fosse attribuito ad un team da ultima fila?
Personalmente sono attratto ed ho rispetto per ogni espressione dall’ingegno umano nel cercare di raggiungere un limite e cercare di superarlo, inoltre se leggi e regolamenti non dovessero essere discussi, interpretati ed a volte modificati, perché scriverli?

USA 1968: Forse queste ed ulteriori considerazioni sono state fatte negli Hannah&Barbera STUDIOS, forse valutando anche il successo del film The Great race (J.Lemmon\T.Curtis) del ’65, per concepire un cartoon per la televisione:
The Wacky Races
Un progetto di comunicazione decisamente riuscito, un notevole successo commerciale ma soprattutto indimenticabili risate e divertimento (anche nell’edizione doppiata in italiano). Più di mille parole vale una semplice citazione tratta dalla classica presentazione che precedeva ognuno dei 34 episodi:

“Ed ora Signore e Signori vi presentiamo i più famosi e spericolati piloti che partecipano alla gara senza regole: il Wacky Races, dove ogni espediente è consentito per conquistare il titolo mondiale del Wacky Race”

La risata beffarda e quasi sadica di, tutt’altro che cane, Muttley che rende ridicola ogni disgrazia ed insuccesso del suo boss Dick Dastardly porterebbe un senso di leggerezza ed umanità in questa F1 dove enormi sforzi ed investimenti dei costruttori rischiano di essere vanificati da scelte politiche poco chiare e comprensibili al pubblico ed inoltre di generare inutili carichi di responsabilità su chi la gara la vive in pista.
Un dubbio: ma la evidente somiglianza del personaggio Dick Dastardly e Graham Hill è un fatto del tutto casuale? Il professor Fate (J.Lemmon) de The Great race è simile nella sua follia ma non nei baffi.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.