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Non è necessario citare poeti surrealisti per parlare di macchine sognanti. Basta essere slottisti.
Di un certo tipo, però, bisogna essere metallici, un genere a metà fra il romantico e il talebano, contemporaneamente generosi distributori di conoscenza slottistica e diffidenti luddisti conservatori.
Fra la tendenza evidente del moderno slotcar racing a essere sempre più un gioco strategico e di simulazione, e l’esaltazione per la pura velocità, i metallici sostenitori dei thingies non hanno esitazioni: la velocità.
Un tingies non ha compromessi: è slot puro , un “coso” spinto da un motore elettrico che sfreccia su una tavola da bigliardo. Non è la riproduzione di un’auto, non ammicca alle linee del car design, non si interessa della verosimiglianza. Per questo, dovendo avere addosso un guscio protettivo, l’immaginazione si permette qualunque cosa: dalle parodie al limite del sacrilegio motoristico, alle forme angolose di un googie a quelle ondulate di un buggy flower power.
Sarà anche che la guida di un metallo fluida e veloce induce a una specie di trans?
“Seguire la scia luminosa del thingie permette di entrare in sintonia con il mezzo e di isolarti dal contesto” così mi disse uno slottista di lungo corso che non rivelerò, proponendomi la visione di una specie di mistica slottistica. C’è da crederci e da provare, non dovrebbero esserci controindicazioni, ma può generare dipendenza da metallo…

Le foto proposte sono state prese dalla pagina facebook del
Thingie Proxy Series Library e da un articolo di Slot Magazine sul Round Britain Whiz Thingie

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